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Riflessologia plantare

Il trattamento riflessologico del piede agisce sulla funzionalità del sistema nervoso, del sistema endocrino, del sistema immunitario e del sistema circolatorio. La digitopressione su diversi punti e zone del piede riduce la tensione e lo stato di stress generale, aumentando la secrezione di endorfine a livello del sistema nervoso centrale, favorisce il rilassamento, l'eliminazione delle tossine, il riequilibrio energetico, il miglioramento della circolazione linfatica e sanguigna, il trattamento del dolore.

La Riflessologia plantare trae le sue origini in epoche molto remote ed è uno dei metodi più antichi a cui si riconosce un valore terapeutico per alleviare dolore e sofferenza. Tale tecnica era già nota in Cina più di 5.000 anni fa. In Egitto, a Saqqara, nella piramide d’Ankhm’ahor, la “Tomba del Grande Medico”, è stato ritrovato un affresco risalente alla sesta dinastia (2263-2423 a. C.), dove è raffigurata una vera e propria seduta riflessologica del piede e della mano. Anche presso le popolazioni Inca e Maya era un tipo di massaggio utilizzato quotidianamente, così come tra i nativi del Nord America. In epoche più recenti, la riflessologia è stata riportata all’attenzione del mondo occidentale da parte di William H. Fitzgerald (1872 — 1942), un medico americano. Alcune sue osservazioni e scoperte su taluni effetti, soprattutto analgesici, ottenuti esercitando delle pressioni in certi punti del piede, diedero l’avvio a quella che è oggi la moderna riflessologia.

Descrizione del metodo

Dopo un primo approccio di osservazione della struttura e dello stato di salute generale del piede, l'operatore procede ad esercitare una digitopressione su diverse aree del piede, stimolando così sia le circa 7.200 terminazioni nervose presenti su di essi, sia le parti terminali dei canali dei meridiani energetici. Queste strutture sono a loro volta collegate ai principali organi e visceri presenti nel corpo e la stimolazione manuale dei punti riflessi crea degli impulsi benefici che aiutano a migliorarne la funzionalità. Lavorando su una specifica area, il dito dell'operatore si muove spingendo in profondità e camminando a "bruco" sulla superficie del piede, mentre l'altra mantiene il piede in una posizione comoda, con le dita dritte e la pianta appiattita. Durante la seduta l'operatore cercherà di percepire e sciogliere l'eventuale presenza di tensioni o piccoli cristalli sottocutanei, indice di blocchi o disarmonie nelle zone corrispondenti dell'organismo.

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LA MIA FORMAZIONE PROFESSIONALE

 

Diploma di Naturopata, conseguito presso la Scuola Jiva di Firenze, nell'Anno 2014 e specializzazione in Riflessologia plantare a seguito di due corsi di formazione di base e avanzata presso la Scuola La Verbena di Albenga (SV) nell'Anno 2015.